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Sabato, 27 Aprile 2024
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Francesco Schiavone / Sandokan ha iniziato a collaborare con la giustizia. I commenti a Napoli

La notizia sta rimbalzando sui media di tutta Italia. Tutti i particolari su CasertaNews

Francesco Schiavone detto Sandokan ha cominciato a collaborare con la magistratura. La notizia sta rimbalzando da qualche ora su tutti i media italiani, partendo - secondo quanto riferisce l'Agenzia Ansa - da Cronaca di Caserta. Tutti i particolari su CasertaNews

Schiavone/Sandokan era uno degli ultimi irriducibili dei "Casalesi", ritenuto dagli inquirenti depositario e custode di importanti segreti che riguardano la vita politica, imprenditoriale e camorristica degli anni '80. Il soprannome gli era derivato dalla somiglianza - per via di capelli lunghi e barba - con l'allora popolare personaggio della serie televisiva dedicata al "pirata della Malaysia". Lui, però, lo detestava. 

Dopo 26 anni di prigione (è in carcere dal 1998), per gran parte in regime di carcere duro, avrebbe deciso di parlare con i magistrati. L'inizio del percorso di collaborazione da parte di Francesco Schiavone - scrive l'Ansa - viene confermato dalla Direzione nazionale Antimafia. La decisione dopo un lungo lavoro di Dna e la Dda di Napoli.

Condannato nell'ambito del processo Spartacus, tra i segreti che custodirebbe ci sarebbe anche quello della scomparsa di Antonio Bardellino: secondo quanto emerso nell'ambito del processo Spartacus ucciso e sepolto nei pressi di una spiaggia all'estero (ma il suo corpo non è mai stato trovato), secondo ipotesi vissuto in latitanza in Sud America. 

Maresca e il "Modello Caserta"

Sulla notizia è intervenuto anche Catello Maresca, consulente della Commissione Bicamerale per le questioni regionali, che in una nota scrive: "Il pentimento di Francesco Schiavone, detto Sandokan, già capo del clan dei Casalesi, è un segnale formidabile.

La mafia casalese, che è stata combattuta in maniera molto efficace a partire dagli inizi del 2000, non esiste più. E questo è frutto dei grandissimi risultati della stagione antimafia la cui prima importante fase è culminata con la cattura di Michele Zagaria, all’epoca capo indiscusso del clan e n 2 dei latitanti più ricercati d’Italia, dopo Matteo Messina Danaro, preso nel dicembre 2011 dopo 16 anni di latitanza.

Quello straordinario gruppo di lavoro, fatto da personale amministrativo, forze di polizia e magistrati, ma anche da tantissima gente comune, cittadini perbene di quelle terre, ha sancito il declino inesorabile della mafia casalese. Quel sistema investigativo, definito modello Caserta, ha raggiunto in poco tempo risultati straordinari, mettendo fine alla latitanza dorata di più di cinquanta tra capi ed organi apicali del clan e sequestrando centinaia di milioni di euro di beni.

La lotta alla criminalità organizzata resta, però, ancora una priorità assoluta e va condotta con determinazione e strategia, sia sul fronte giudiziario che su quello di prevenzione e di diffusione della cultura antimafia”.

Catello Maresca aggiunge quindi: “Un ringraziamento particolare va al Procuratore di Napoli, dottor Nicola Gratteri, capace in pochissimo tempo di lasciare il segno e di valorizzare anche in Campania la sua straordinaria esperienza antimafia. Dal canto nostro, continuiamo con l’associazione UNICA (Unione nazionale italiana della cultura antimafia) a dare il nostro contributo per contribuire a raggiungere importantissimi risultati in termini di prevenzione e di formazione scolastica. L’11 ottobre anche Napoli potrà festeggiare la sua prima giornata anticamorra, rivendicando un orgoglio fatto di legalità e giustizia. Queste notizie fanno ben sperare e tutti insieme possiamo sognare di raggiungere nel breve periodo un futuro senza mafie”.

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