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Dopo una lunga chiusura riapre il più storico ristorante di alta cucina del Sud Italia

Dopo la chiusura per lavori di ristrutturazione in ottica sostenibile durata più di un anno, la famiglia Iaccarino è pronta a riaprire le porte di Don Alfonso 1890 il 28 marzo. Ecco cosa aspettarsi

Terminata l’attesa per sedersi di nuovo alla tavola di uno dei più importanti ristoranti d'Italia. Era ottobre 2022 quando Alfonso Iaccarino aveva annunciato la chiusura temporanea del Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi in un momento in cui crisi del personale, post pandemia e crisi energetica impazzavano. Da qualche settimana però sul sito e sui loro canali social, è stato svelato il giorno di riapertura: 28 marzo 2024. Con questa premessa: “non possiamo vivere sani in un mondo malato. È dall’enciclica di Papa Francesco che abbiamo preso l’ispirazione e immaginato un hotel e un ristorante ancora più sostenibili”. Ci si appresta a quanto pare a una stagione ricca di novità, ecco qualche anticipazione.

La famiglia Iaccarino

Il successo della famiglia Iaccarino

Un’insegna storica, con una grande tradizione di famiglia tramandata di padre in figlio, che proprio nell’anno di chiusura (il 2023) ha compiuto il 50esimo anniversario. Nel 1973 Alfonso e la moglie Livia hanno fondato Don Alfonso 1890, trasformando la pensioncina del nonno in un luogo dell’alta cucina, con hotel di charme annesso. Da un ventennio si sono uniti all’attività di famiglia anche i figli Mario ed Ernesto, il primo in sala e il secondo ai fornelli. Il loro successo sta nell’essere riusciti a unire la solida tradizione culinaria napoletana e una visione più contemporanea, oltre a un senso di ospitalità unico. Il tutto in una location d'eccezione, affacciata sul golfo di Napoli, di fronte al Vesuvio.

La sala_phstudiouno

Le collaborazioni all’estero

Durante questo periodo di stop gli Iaccarino non si sono mai fermati, specialmente nelle collaborazioni con l’estero in cui i figli hanno avuto un ruolo chiave. La prima destinazione è stata Marrakech presso l’hotel Mamounia (adesso terminata la consulenza), poi a Macao in Cina, negli Stati Uniti con i ristoranti a St. Louis e a Toronto, che nel 2022 è stato premiato come miglior ristorante all’estero da 50 Top Italy. E poi, a completare una presenza mondiale ormai consolidata il super progetto all’Helena Bay in Nuova Zelanda, all’interno di una tenuta di 900 ettari. Senza dimenticare l’altro avamposto italiano presso il Relais San Barbato in Basilicata. E sono state proprio le sedi all’estero protagoniste di questo 2023, dove sono stati festeggiati i 50 anni della casa madre mentre questa era in ristrutturazione.

Gli spazi della struttura Don Alfonso 1890

La ristrutturazione in funzione della sostenibilità

Al centro del cambiamento come ha più volte sottolineato la famiglia proprietaria c’è la sostenibilità. “Stiamo preparando diverse attività celebrative in giro per il Mondo ma il regalo più grande sentiamo di farlo al nostro splendido Pianeta ed all’immenso patrimonio di biodiversità di cui siamo parte”, annunciavano sul loro sito. Uno stop di un anno necessario per rimettere mano al proprio grande progetto in un’ottica di ecologia integrale, verso una gestione che riguarda ogni aspetto dell'aziena in termini di produzione dei rifiuti, consumi energetici e idrici, qualità dell'aria. Zero emissioni, zero waste e gestione delle acque sono quinsi le colonne portanti del nuovo progetto per costruire i prossimi 50 anni di storia, “dove la parola d’ordine sarà impatto positivo”.

Una delle suite del Don Alfonso 1890Il risultato di un’emergenza climatica che la famiglia Iaccarino sente sulla propria pelle. Infatti, in questi mesi i principali interventi hanno riguardato: coibentazione degli ambienti, ampliamento del parco fotovoltaico, sostituzione della caldaia con una pompa di calore a recupero, efficientamento energetico grazie all'utilizzo di fonti rinnovabili, progettazione di cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, riduzione delle emissioni di CO2 e progettazione di un "dry garden" con piante che hanno bisogno di pochissima acqua.

Ernesto Iaccarino a Le PeraccioleCome sarà il nuovo Don Alfonso 1890

Dopo un anno di imponenti interventi di restyling della struttura e dell’azienda nella sua totalità, ci troveremo davanti a un locale storico rinnovato sia negli interni che negli esterni con materiali naturali e attenzione per l’ambiente. E poi ci sono le novità a Punta Campanella. Qui, nell'estremo lembo di terra della Penisola Sorrentina, la famiglia gestisce da oltre trent'anni Le Peracciole, un terreno di sette ettari dove coltiva a regime biologico le materie prime utilizzate nei piatti del ristorante. Un’attività avviata molto prima dell'attuale tendenza dei cuochi-agricoltori, che testimonia l'impegno della famiglia per offrire prodotti di qualità e sostenibili da sempre. Adesso è in atto la ristrutturazione di un casale del '700 dove gli Iaccarino vorrebbero fondare una scuola di cucina.  E a quanto apprendiamo Le Peracciole hanno anche dei nuovi inquilini: “rifiuti zero anche grazie alle galline delle Peracciole. Crediamo nel ciclo della natura e lo sposiamo attraverso il compostaggio e la creazione del mangime con gli scarti del cibo”. Le uova? Presto verranno usate per le colazioni dell’albergo.

La Ventresca di Tonno alla puttanesca_phstudiouno

La cucina di Ernesto Iaccarino, i menu e i nuovi piatti

Durante questo anno di chiusura lo chef Ernesto Iaccarino ha viaggiato molto tra le varie insegne estere, soprattutto a Toronto e in Cina, confrontandosi con cucine diverse e con tutti gli chef dell'universo Don Alfonso. Da questo scambio culturale nascono i menu della riapertura, che hanno sempre al centro la mediterraneità ma con uno sguardo più ampio sul mondo. E in particolare, sempre in ottica di sostenibilità, i riflettori sono puntati su un nuovo modo di lavorare e valorizzare i vegetali a cui viene dedicato un intero menu.

Il Limone di Punta Campanella_phstudiouno

Saranno quindi tre i percorsi di degustazione proposti: Vegetariano, La Tradizione e La Degustazione, oltre alla carta. Tra le nuove proposte c'è la Tartelletta di zucchine, servita fredda, con crema di zucchine, salsa di scamorza affumicata, gel di limone, la Sfoglia di peperone, senza farina, ottenuta solo dal succo di peperone centrifugato e un pizzico di cumino, con all'interno porro, cipolla e brodo di peperone arrostito. Sono rimasti alcuni dei signature, tra cui la Rivisitazione dell’uovo al tegamino e L’orto. Tra i piatti di punta anche la Ventresca di tonno alla puttanesca cotta a bassa temperatura, marinata nella soia e grigliata al forno, e il dessert Il limone in tre consistenze. La promessa quindi, è quella di continuare “a fare innovazione nel solco della sua tradizione”, ma in uno spazio nuovo e ancora più green. E con la metà dei coperti di prima per dedicare sempre maggiore cura all’ospite, nonché per ridurre orari e giorni di lavoro del personale. Camere e tavoli sono già prenotabili sul loro sito…

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