rotate-mobile
Cronaca

Morte di Mario Paciolla: effettuata l'autopsia, in arrivo la polizia italiana

I primi risultati si sapranno tra una decina di giorni. In Colombia arriveranno gli agenti dello Scip

Ci vorranno circa una decina di giorni per conoscere i primi risultati dell'autopsia sul corpo di Mario Paciolla, il volontario dell'Onu napoletano trovato morto nel suo appartamento a San Vicente del Caguan, in Colombia. All'esame autoptico hanno partecipato dei consulenti dell'ambasciata italiana per verificare che le operazioni si svolgessero in maniera regolare. Non convince le autorità italiane l'ipotesi del suicidio avanzata in un primo momento. Sono diversi gli elementi che non tornano. A cominciare da quel biglietto aereo prenotato per oggi, 20 luglio, giorno in cui sarebbe dovuto rientrare a Napoli. Una notizia data dalla famiglia a cui Mario aveva comunicato il ritorno frettoloso in patria. Così come a diversi amici aveva confidato di sentirsi in pericolo. Sul corpo poi sono stati trovati dei tagli incompatibili con l'ipotesi del suicidio.

L'arrivo in Colombia della polizia italiana 

Per questo la Farnesina e l'ambasciatore italiano Gherardo Amaduzzi hanno richiesto l'intervento dello Scip, il Servizio di cooperazione internazionale della polizia. Si tratta di un reparto che interviene proprio per le indagini all'estero e che in diverse occasioni ha anche collaborato con le autorità colombiane. In più casi le forze dell'ordine italiane hanno collaborato con quelle colombiane per la cattura di pericolosi latitanti. Questo ottimo rapporto fa ben sperare per la soluzione del caso. Intanto ieri il vice procuratore generale, Martha Mancera ha parlato con i familiari di Paciolla in videoconferenza per aggiornarli sull'evoluzione dell'inchiesta. La Farnesina ha anche predisposto un volo per Bogotà con il quale i familiari del volontario potranno rivedere il corpo del giovane prima del rimpatrio in Italia. Paciolla lavorava alla missione Onu per il reinserimento dei guerriglieri Farc nel tessuto sociale colombiano. Era lì dal 2018. Nella zona dove lavorava, e dove è stato trovato morto, venne rapita nel 2002, Ingrid Betancourt, figlia di un ex ministro dell'Educazione e di una ex senatrice.

La situazione nella zona

Sia il distretto che la città dove lavorava Paciolla venivano considerate dagli analisti italiani e dalle stesse autorità colombiane ad alto rischio. La quarantena, imposta per il contenimento dell'epidemia di Coronavirus, ha permesso ai gruppi criminali della zona di uscire allo scoperto e provare ad affermare la propria forza sul territorio. In tutta l'area dall'inizio della pandemia sono state uccise 20 persone. Gli stessi ex combattenti delle Farc sono nel mirino dei gruppi criminali locali. La loro “conversione” alla vita normale ha probabilmente scontentato i narcos locali che potevano godere di rotte sicure all'interno della giungla nel periodo in cui i combattenti comunisti utilizzavano in parte il narcotraffico per finanziare le proprie battaglie.

Loro offrivano degli itinerari protetti ai narcos che in cambio versavano una fetta che serviva all'acquisto di armi per la guerriglia. Dal momento in cui è stato messo in campo un progressivo smantellamento delle Farc, i narcos hanno tentato in tutti i modi di appropriarsi di quelle rotte e probabilmente di farla pagare a chi ha abbandonato quelle strade sicure o addirittura le abbia rivelate alle autorità come gesto di pacificazione. In questo contesto si muovono le indagini delle autorità sulla morte di Paciolla che con gli ex guerriglieri Farc lavorava tutti i giorni e aveva instaurato un rapporto tale da far diventare la sua uccisione un gesto simbolico di altissimo valore. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Morte di Mario Paciolla: effettuata l'autopsia, in arrivo la polizia italiana

NapoliToday è in caricamento